1 Martie - Martisor
- Sursa: Alina Breje
- 1 mar 2017
- Tempo di lettura: 2 min
La tradizione del Martisor in Romania

In Romania il primo marzo si festeggia la festa del Martisor. Questa è una festa tradizionale romena che celebra l'arrivo della primavera e la rinascita della natura. In questa occasione, alle ragazze e alle donne si regalano dei “martisor”, simboli di buona fortuna e di prosperità. I “martisor” sono piccole spille fatte di fili intrecciati di colore bianco e rosso. Il colore rosso ricorda il sangue, l’amore, la passione della donna, la rinascita della vita e il bianco è il simbolo di salute, di purezza, del bucaneve che è il primo fiore di primavera e dell’intelligenza dell'uomo. Il filo intrecciato simboleggia il legame tra l'uomo e la donna, l'unione di due forze opposte, ma complementari. Il “martisor” viene portato vicino al cuore, attaccato al vestito. La tradizione del Martisor risale dai tempi antichi. Gli scavi archeologici effettuati in Romania hanno evidenziato la presenza di antichi "martisor" risalenti a 8000 anni fa. Questi erano in realtà piccole pietre di fiume dipinti di bianco e rosso, legate insieme con un cordoncino e portate al collo. Per i geto-daci il primo di marzo era considerato come l'inizio di un nuovo anno. Il nome del mese deriva dal nome del dio Marte, una figura della mitologia romana, protettore dei campi e del bestiamo, dio che simboleggia la rinascita della natura. Il “martisor” simboleggia la nascita e la morte della Baba Dochia, l'incarnazione della Dea della Terra, ma anche il trionfo della primavera sull’inverno, la vittoria della luce sulle tenebre. Esso era considerato un portafortuna, che dava a colui che lo portava un potere magico. I nostri antenati credevano fortemente nella protezione accordata dai fili intrecciati e dai nodi per poter allontanare gli spiriti maligni, e credevano che chi lo indossa non sarà mai bruciato dal Sole durante l'estate e sarà sempre sano e fortunato. I “martisor” erano fatti di lana rossa e bianca o di filo di canapa, annodate in forma di un otto e decorato con monete d'oro e d'argento. La madre lo legava al polso e al collo del figlio pensando che in questo modo, il bambino sarà protetto dalle malattie. Col passare del tempo la tradizione è un po' cambiata, i “martisor” venivano indossati per 12 giorni, a volte fino alla fioritura degli alberi dopo di che venivano appesi ai rami in segno di riconoscimento e per assicurarsi un buon raccolto. Alcune ragazze giovani le indossavano fino alla fine di marzo, quando legavano ai rami il filo con una moneta rossa sperando che tutti i loro desideri si avverassero. Sotto l’albero si metteva formaggio fresco, pane bianco e vino rosso. Si credeva che in questo modo una ragazza avrebbe avuto una faccia bianca come il latte e liscia come la rossa.
Il Martisor fa parte di quelle antiche e affascinanti usanze e credenze popolari che ci riportano nostalgicamente indietro nel tempo.


























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